Tajarin ai funghi porcini
Un sapiente impasto di farine di grano duro e tenero, uova (con un alto numero di tuorli, che dona il caratteristico colore giallo carico), e - tradizionalmente - le mani esperte delle donne di Langa: nascono così, dopo ore di paziente lavoro, i tajarin, pasta tradizionalmente fatta, stesa e tagliata a mano. La preparazione è lunga con la sfoglia stesa sempre più fine fino a raggiungere lo spessore desiderato; prima di essere tagliati, i tajain vanno fatti asciugare per almeno mezz'ora affinchè non si incollino.
In questo piatto, li proponiamo accompagnati dal sugo ai funghi porcini. Perché si chiamano così? L’origine del nome è controversa. Già gli antichi Romani chiamavano questo fungo suillus, “maiale”, da cui deriva l’attuale denominazione: secondo alcuni l’appellativo sarebbe dovuto all’aspetto tozzo e massiccio, per altri dipenderebbe invece dal particolare gradimento riscosso dal fungo in questione nell’alimentazione dei maiali, ghiotti di tartufi e di funghi.
Ingredienti e Valori nutrizionali
Valori Nutrizionali (Valori medi per 100g di prodotto):
Energia: |
1569 kJ / 371 kcal |
Grassi: |
5,1 g |
- Di cui acidi grassi saturi: |
1,1 g |
Carboidrati: |
66,0 g |
- Di cui zuccheri: |
3,5 g |
Fibre: |
2,5 g |
Proteine: |
14,0 g |
Sale: |
00,08 g |